Garibaldi stazione Garibaldi.
Il mio viaggio parte da qui domenica 15 febbraio.
Alle ore 11 sono già in stazione, conoscendomi, meglio arrivare in anticipo.
Mangio un tramezzino e un pacchetto di patatine per ingannare
Salgo e gentilmente il capotreno mi suggerisce di cambiare carrozza e andare su una già riscaldata.
Accetto la proposta e ci salgo.
Mi accomodo e accendo il portatile, apro un nuovo pacchetto di Highlander e mi preparo per la visione di “Ricomincio da tre” di Massimo Troisi (si si, proprio lui, quello che ho sempre snobbato e considerato poco…).
Arrivo all’appuntamento con la macchina del capo e si parte per Sanremo.
Una breve sosta per benzina e caffè, per il resto l’andata scorre piacevolmente lenta sotto un caldo sole e belle chiacchere.
Sanremo, tardo pomeriggio.
Bella, Sanremo. I sanremesi per nulla.
Sono odiosi, vivono in un perenne stato di lentezza e supponenza, come se fossero sempre ospiti e turisti del paese in cui abitano.
Questa sera c’è la cena di gala, ma sotto consiglio del capo si va a mangiare prima da un’altra parte, con calma, seduti e comodi.
Al Morgana, un locale-ristorante rotondo (si, si) che da sul mare, ci arriviamo a serata già iniziata.
Dentro pochi volti familiari a parte qualche
Punto a favore del Morgana: free drink in ogni momento.
Vado al bar quando e quante volte voglio e bevo finché ce n’è.
Al secondo whisky e alla seconda grappa i barista mi guarda e mi dice: “mi spiace signorina, non possiamo più servire distillati”.
Mi domando ancora se mi abbia detto servire o servir-le.
Vado a dormire, sono stanchissima.
Alle sei e mezza mi sveglio di soprassalto.
Che poi, non è che mi sia proprio svegliata: non ho chiuso occhio tutta notte!
Con un paio di ore di sonno in corpo e una tensione vagamente simile a nervosismo misto agitazione, mi avvio verso
L’Ariston è sempre l’Ariston, e
Prendiamo posto e cominciano i primi problemi con i computer e le connessioni.
Non si capisce chi deve fare cosa in che modo, quando e perché.
Si risolve il problema e si comincia con la rassegna.
Arrivano piano piano tutti i miei amichetti giornalisti.
Il mio capo ogni tanto urla di lasciarmi stare, io sorriso e mi presto a farmi offrire caffè su caffè.
La prima conferenza della prima giornata è assurda.
Non capisco nulla, non so da che parte girarmi, non so cosa scrivere, non so cosa non scrivere… e nemmeno come, scrivere.
Osservo il capo e cerco di stare dietro al ritmo ma mi perdo tra le polemiche del festival, i compensi, i diritti televisivi e bla bla bla.
Il capo mi presenta a tutti, ci sono alcuni personaggi che meriterebbero capitoli a parte come il papà e il fratello di una cantante romana che sta a Milano e che di vero nome fa Cecilia: sono due romani de’ Roma che non sto nemmeno a raccontarvi.
Mentre rientro da un’intervista a Masini (è più basso di me!!!), incontro il batterista degli After nell’atrio dell’Ariston.
Mi fa sempre piacere incontrarlo, è una bella persona, gentile, cordiale…
Vedo arrivare il Lellone (Agnelli) e con un abile colpo di reni me ne fuggo.
Ultime battute in sala stampa e poi di nuovo a cena con il capo.
Menù della serata:
zuppa di farro, orzo e legumi
sarde al forno ripiene
torta pere e cioccolato
grappa
Raggiungo i miei coinquilini, ovvero tre ragazzi veneti che mi ospitano nel loro appartamento a pochi passi dall’Ariston.
Mi divertono, sono gentili e molto educati e… bevono e ridono un casino!
Mi faccio una doccia a mezzanotte, saluto con un cenno della mano e sprofondo in un sonno mai visto.
Nessun commento:
Posta un commento